I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, sono disturbi del neurosviluppo che fanno parte della categoria dei Disturbi Evolutivi Specifici.

Hanno un’origine neurobiologica ossia di alterazione del funzionamento specifico cerebrale di derivazione genetica, questo spiega la familiarità dei DSA: non è raro infatti trovare almeno un genitore che presenti le stesse difficoltà del figlio.

Tuttavia i DSA sono il risultato di una complessa interazione tra fattori biologici ma anche ambientali come fattori prenatali (condizioni di salute della madre durante la gravidanza, esposizione a sostanze tossiche, infezioni o complicazioni durante la gravidanza o il parto) e post-natali (possibili traumi o malattie, il tipo di istruzione ricevuta, il clima familiare, sociale e scolastico).

I DSA si manifestano all’inizio della scolarizzazione con compromissioni significative nelle abilità di lettura, scrittura e calcolo all’interno di un funzionamento intellettivo nella norma e in assenza di deficit sensoriale specifico.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento riconosciuti dalla Legge 170 dell’8 ottobre 2010 sono i seguenti:

  • dislessia: caratterizzato da una difficoltà nella lettura accurata e fluente, in termini di velocità e correttezza, di parole scritte; questo può compromette la comprensione del testo, la scrittura, l’ortografia e la pronuncia;
  • disgrafia: difficoltà che riguarda la componente motoria della scrittura con compromissioni nella parte grafica di segni alfabetici e numerici, con problematicità nel formare lettere, rispettare margini e spaziature, mantenere la direzione della scrittura;
  • disortografia: difficoltà nello scrivere in modo corretto le parole, compiendo errori di tipo ortografico, semantico, lessicale.
  • discalculia: difficoltà legate all’ambito d’apprendimento di concetti logico-matematici che conducono a difficoltà nelle abilità del calcolo o di scrittura del numero. Può influenzare anche le abilità spaziali e geometriche. Difficoltà a ricordare sequenze o stimare quantità e distanze.

Per la valutazione e diagnosi di DSA è necessaria una valutazione multidisciplinare e multidimensionale specialistica che coinvolge un’equipe di diversi professionisti: psicologi, neuropsichiatri infantili, logopedisti.

La diagnosi viene effettuata attraverso la somministrazione e successiva interpretazione di test psicometrici, osservazioni comportamentali e colloqui clinici.

La diagnosi deve essere documentata attraverso una relazione scritta contenente l’attestazione formale e tutte le informazioni e indicazioni indispensabili alla famiglia, alla scuola e al tutor per avviare dei percorsi didattici e di apprendimento adeguati.

La valutazione ha la finalità di:

  • rilevare la presenza e il tipo di DSA;
  • valutare le abilità cognitive, linguistiche e metacognitive;
  • valutare le ricadute sul piano emotivo, relazionale e sociale dell’alunno;
  • individuare criticità e punti di forza su cui far leva e utilizzare per le autonomie;
  • suggerire misure dispensative e compensative adeguate;
  • invitare all’avvio di un Piano Didattico Personalizzato.

Gli alunni DSA presentano delle caratteristiche:

  •  a livello cognitivo: hanno un QI nella norma ma mostrano difficoltà nelle funzioni cognitive specifiche come la memoria a breve termine, la memoria di lavoro, la velocità di elaborazione dei dati, l’attenzione selettiva e sostenuta, la percezione visiva e uditiva, la coordinazione motoria;
  • a livello linguistico: hanno competenze comunicative nella norma ma presentano difficoltà in aspetti e funzioni fonologiche, morfologiche, sintattiche e lessicali. Queste difficoltà possono quindi influire sulla capacità di leggere, scrivere e comprendere testi scritti.
  • a livello metacognitivo: gli alunni con DSA hanno una scarsa consapevolezza delle proprie abilità e difficoltà e spesso non hanno strumenti e capacità nel trovare strategie per affrontarle;
  • a livello emotivo: a causa del loro inefficace e faticoso rendimento scolastico e produttivo, gli alunni DSA possono provare sentimenti di frustrazione, rabbia, tristezza, ansia, colpa, inadeguatezza, inferiorità, isolamento. Emozioni che possono influire in modo negativo sulla loro autostima, sul loro senso di autoefficacia e sulla loro motivazione allo studio;
  • a livello comportamentale: possono fronteggiare le difficoltà attraverso l’evitamento, la fuga, la ribellione, la negazione, la distrazione dal compito; atteggiamenti che portano possibili ricadute sia sul piano produttivo che emotivo;
  • a livello sociale: a causa del loro senso di inadeguatezza e spesso nel loro sentirsi incompresi, possono presentare difficoltà nelle relazioni con genitori, insegnanti, compagni, amici.

Proprio per queste ricadute così importanti sarebbe opportuna una rilevazione tempestiva.

I DSA non sono una malattia in quanto non sono dovuti a un danno organico bensì a un diverso funzionamento del sistema nervoso che non impedisce la specifica acquisizione dell’abilità (lettura, scrittura, calcolo, numerazione, … ) ma di un diverso tempo di apprendimento e di un maggior investimento attentivo.

Non si delineano quindi come qualcosa da cui dover guarire ma come delle difficoltà a cui dedicare maggior tempo, potenziamento e supporto.

I disturbi specifici dell’apprendimento possono presentarsi isolati o in comorbilità con uno o più disturbi assieme, ad esempio dislessia e disortografia o discalculia e disgrafia.

Talvolta si manifestano in concomitanza ad altri disturbi dello sviluppo come disturbi del linguaggio, Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, disturbi dello spettro autistico, disturbo della condotta, della coordinazione motoria, ecc.

I disturbi del linguaggio in età evolutiva sono elementi preponderanti e da considerare attentamente come possibili predittori di DSA.

Indicatori di rischio possono essere i seguenti:

  • assenza di linguaggio ai tre anni;
  • linguaggio incomprensibile (disprassia);
  • scarsa abilità nelle rime, nelle poesie e nelle filastrocche;
  • difficoltà nell’enumerazione, …

È stato verificato che vi può essere comorbilità tra disturbi nella coordinazione motoria e difficoltà negli apprendimenti.

Goffaggine, difficoltà posturali, fatica nella motricità fine, nell’impugnare correttamente la matita, nell’allacciarsi le scarpe, confusione nell’uso della mano destra e sinistra, incidono e interferiscono nell’apprendimento.

L’ADHD

Il Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività rientra nella categoria dei Disturbi del Neurosviluppo e si caratterizza da livelli invalidanti di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività.

Nella fascia della fanciullezza, l’ADHD si sovrappone spesso a disturbi quali il Disturbo Oppositivo-Provocatorio e il Disturbo della Condotta.

Caratteristica fondamentale dell’ADHD sono la disattenzione e/o iperattività con divagazione dal compito, difficoltà di mantenimento dell’attenzione, eccessiva attività motoria (tamburellamenti, loquacità, incapacità di rispettare i tempi della conversazione..) e irrequietezza che compromettono la conclusione o la correttezza del compito.

Frequenti sono i casi di comorbilità tra DSA e ADHD e tra ADHD e disgrafia.