Molti secoli fa, il re d’Inghilterra morì senza lasciare eredi. I cavalieri del regno erano pronti a combattere per il trono, ma un prodigio salvò il paese dalla guerra: una spada conficcata in una roccia apparve misteriosamente. Sulla lama c’era scritto che chi l’avesse estratta, sarebbe diventato re! Nessuno, però, ci riuscì. Con gli anni la spada fu dimenticata e l’Inghilterra rimase senza un re.
Così comincia la fiaba e la sua meravigliosa animazione Disney che ha coinvolto generazioni. In questo articolo vorrei condividere con te i significati simbolici e psicologici di alcuni passaggi di questa ancora intramontabile fiaba.
1) Come una vera storia psicologica che si rispetti, il protagonista (Eroe) è solitamente un bambino o una bambina orfano/a (o con dei difficili rapporti col padre/madre) ad indicare il passaggio psicologico necessario di “Individuazione di Sé”.
In termini analitici Junghiani, l’individuazione è necessaria per sgrezzare le parti residue familiari e sociali e, combustione dopo combustione, esattamente come un carbone, partorire il diamante o “Pietra filosofale” (Harry Potter) o “Diamante allo stato grezzo” (Aladdin). L’eroe solitamente sente un richiamo, qualcosa dentro di sé che lo spinge ad una ricerca e vi è una contraddizione fra ciò che gli altri pensano che lui sia (e anche ciò che lui pensa di se stesso), solitamente piccolo e insignificante, e ciò che invece è destinato ad essere.
Merlino: – “Tu chi sei?”
Artù: – ” Artù, ma tutti mi chiamano Semola”
La storia rispetta il tipico viaggio dell’eroe formulato da Joseph Campbell (ne “L’eroe dai mille volti”), ripreso da Christopher Vogler ne “Il Viaggio dell’Eroe”; entrambi a loro volta prendono origine dalle teorie e dagli studi di Carl Gustav Jung sulle figure e matrici archetipiche che abitano ogni essere umano. Si tratta quindi di un’opera, di un viaggio tra mitologia, psicologia analitica, e simbolismo e che porta come risultato la piena espressione di Sé.
2) L’USCITA DAL MONDO ORDINARIO E L’AVVENTURA IN MONDO STRAORDINARIO
Semola arriva alla casa di Merlino, nel bosco, a seguito di un incidente fortuito avuto con il fratellastro Caio durante una battuta di caccia. Inavvertitamente Semola fa perdere la mira a Caio e la freccia finisce proprio in mezzo al bosco. Il bosco è solitamente un altro elemento molto simbolico (v. Cappuccetto Rosso) vale a dire un ambiente sconosciuto e pauroso (si potrebbe dire un calderone alchemico) che mette alla prova l’eroe.
3) L’INCONTRO CON IL MENTORE
Il mentore può essere una figura fisica, altre volte si manifesta in conoscenze condivise attraverso libri o messaggi che arrivano come echi profondi nel protagonista, e che stabiliscono un legame tra il l’Io dell’individuo e il Sé Superiore. Essi hanno il compito di riformulare l’inconscio dell’eroe laddove vacilla, preparandolo quindi alle future sfide con nuove consapevolezze di sé e del mondo.
Merlino: “Hai una certa tale istruzione?”
Artù: ” oh sì, mi insegnano a fare lo scudiero, sto imparando la regola del combattimento, lo schema dei tornei e dell’equitazione!”
Merlino: “oh no, io intendevo una vera istruzione: matematica, storia, biologia, scienze naturali, geografia, latino, francese… Ragazzo vedi tu non puoi crescere senza una decente istruzione, quindi io sarò il tuo precettore”
Merlino: ” Non farti l’idea che la magia possa risolvere tutti i tuoi problemi, perché non è così”
Artù: “ma signore, io non ho problemi!”
Merlino: “Oh fandonie, tutti hanno dei problemi, il mondo è pieno di problemi!”
Questo è uno degli insegnamenti base e uno dei più preziosi perché sottolinea come nonostante l’eroe possa essere benedetto con molte buone idee, intuizioni, visioni, per essere veramente un eroe deve fare i conti con l’attrito creato dalla materia, sentirne la fatica, sopportarne la sollecitazione, le sfide, i continui ostacoli. Trascurare la parte materiale significa vivere in un mondo immaginario che a lungo termine può diventare pericolosamente delirante.
Come si può pretendere di sapere qualche cosa sui grandi misteri del mondo se all’occorrenza non si riesce a rammendarsi le calze o a farsi un paio di scarpe? Un bravo filosofo sa anche attaccarsi un bottone…
Rudolf Steiner
4) PROVE, ALLEATI, NEMICI
Quando arrivano al castello, il padre adottivo di Semola (lo chiameremo così perché ancora non è diventato Artù), Ettore, spedisce subito il ragazzo in punizione. Il giorno seguente mentre Semola fa da scudiero a Caio durante gli allenamenti, Merlino osserva dalla finestra le qualità del giovane ragazzino:
Merlino: “.. è uno spiritaccio, si butta anima e corpo in ogni cosa che fa e queste doti sono preziose una volta avviato nella direzione giusta”
Iniziano quindi gli addestramenti per Semola che, guarda caso, riguardano i quattro elementi che un Mago deve saper dominare o meglio cavalcare:
- acqua (quando si trasformano in pesci);
- terra (quando si trasformano in scoiattoli);
- aria (quando si trasforma in uccello);
- fuoco (quando si trasforma in drago).
Dest sinist, dest sinist, qui e lì, notte e dì, questo il mondo fa girar.
Bianco e ner, falso e ver, questo il mondo fa girar.
Per ogni qua c’è sempre un là, per ogni se c’è sempre un ma,
per ogni su c’è sempre un giù, per ogni men c’è sempre un più.
Più o men, vuoto o pien, questo il mondo fa girar,
Sempre in alto mira e va…
Non star solo ad aspettar ciò che per caso puoi trovar.
Se metti buona volontà il mondo tutto ti darà. Però se tu non rischierai, nulla mai rosicherai.
Per ogni men c’è sempre un più, per ogni giù c’è sempre un su e questo il mondo fa girar.
In questa semplice ma potente filastrocca si racchiude il principio orientale del Tao, in cui la materia è governata da una dualità (bianco e nero, falso e vero, notte e dì.. ) ma il vero saggio, che ha compreso, osserva il mondo al di là della dualità, nonostante vi partecipi.
Le neuroscienze negli ultimi anni si sono dedicate ampiamente allo studio del cervello e di questi stati meditativi e di “trascendenza”. Effettivamente il nostro cervello, secondo il modello tripartito di McLeen funziona in questo modo:
- sistema rettiliano – attacco o fuga: risposte che viaggiano sotto i 12 millisecondi (basti pensare se un gatto vi taglia la strada, non avete il tempo di pensare se frenare o meno, lo fate istintivamente);
- sistema limbico – emotivo: dove sono registrate tutte le nostre emozioni agli eventi a cui attingiamo in maniera inconscia quando si ripresentano situazioni simili;
- sistema corticale: la risposta corticale si sviluppa almeno sopra i 25 millisecondi, richiede quindi un tempo maggiore e sufficienze di analisi della situazione.
Il saggio si allena a osservare i suoi stati emotivi e di pensiero cercando di non reagire reattivamente a tutti gli eventi della vita ma fornendo risposte più adeguate che partono da una consapevolezza che richiede un tempo di osservazione. Gli orientali per cultura da sempre si allenano a questo tipo di pensiero utilizzando i Koan, piccole storielle apparentemente illogiche (es.: sai dirmi il suono del battito di una mano sola?) che mettono in conflitto la mente duale a favore della corteccia prefrontale.
Al di là del di ciò che è giusto e ingiusto esiste un campo immenso, ci troveremo lì.
Gialal al-Din Rumi
5) LA PROVA CENTRALE
Nella prova centrale solitamente l’eroe deve fare i conti con la sua paura più grande, un ricordo, un’immagine che lo angosciano profondamente, non si tratta semplicemente di paura ma di angosce profonde che echeggiano come lupi nel bosco.
Nel caso di Semola è il momento in cui gli potrebbe essere tolto per sempre il suo ruolo. Per Semola, fare da scudiero a Caio è quanto di più prezioso, qualcosa che da un senso profondo alla sua vita perché lo fa sentire degno, partecipe, utile, con un senso. Dimenticandosi la spada prima del torneo si avvicina alla possibilità di perdere tutto. Ma ecco che proprio laddove vi è la morte, vi è anche la resurrezione.
Semola affronta la sua paura più grande, e dopo l’istruzione (psichica) ricevuta, è diventato re dentro di sé (Artù), è quindi pronto per avere il suo regno.
Veronica L.