Nessun genitore è così onnipotente da poter proteggere i propri figli dalle difficoltà della vita ma nessun genitore dovrebbe sentirsi così inadeguato da non saperlo sostenere quando il figlio verrà messo alla prova dalla vita stessa.
A volte sarà proprio riuscire a essere presenti emotivamente senza intervenire, ciò che potrà permettere la vera crescita del figlio. Atteggiamento che generalmente porta una certa frustrazione nel genitore che così facendo alimenta i propri sensi di inadeguatezza e colpa. Quello che avviene in realtà a livello psichico è la trasmissione di una capacità fondamentale per la vita ossia quella di saper tollerare la frustrazione, l’impotenza e la speciale maturazione di attivazione delle risorse personali per adattarsi alla vita.
Restare accanto emotivamente senza intervenire richiede però una grande capacità di sintonizzazione e di saper restare a contatto con le emozioni, soprattutto quelle scomode, attitudine che molto spesso non viene coltivata a favore di azioni reattive immediate, sostitutive, riparative accompagnate dal distacco emozionale.
Altre fatiche colgono i genitori come quella di non dare regole e limiti ben precisi ai figli sia per paura che possano soffrire troppo sia per l’idea che siano in diritto di fare tutto ciò che vogliono.
E poi ancora calibrare le aspettative sia in eccesso che in difetto, in modo da non danneggiarli attribuendogli la funzione di figlio “cerotto” proiettiva di nostre ferite d’infanzia non ancora curate e cicatrizzate.
Ripercorrere la propria storia personale può quindi illuminarci sul motivo per cui proiettiamo più o meno inconsapevolmente le nostre aspettative sui figli, riaprendo le nostre personali storie sia del bimbo che siamo stati, sia dell’adulto che siamo diventati, ci permettiamo la liberazione di energie psichiche trattenute che possono rendersi disponibili per la creazione di altre realtà. Capire le nostre preoccupazioni e le nostre paure ci potrebbe aiutare a imparare a gestirle e alleggerirle oltre che fornirci la possibilità di intraprendere strade che non avevamo immaginato.
Come diceva Racamier “le ferite si sa, guariscono, a una condizione, che vengano prima aperte”.
E che fatica poi essere genitore quando nella nostra storia ci sono vuoti da riempire, quando bisogna nutrire e non si è fatta esperienza del nutrimento, quando bisogna accudire e non si è fatta esperienza dell’accudimento, quando bisogna essere adulti e invece portiamo dentro un bambino impaurito e non accolto.
Il gruppo che partirà a gennaio 2024 avrà la finalità di sostenere i genitori in una sorta di autoformazione e sostegno reciproco nel difficile ruolo e compito del “fare” i genitori:
- rinforzando le proprie aree fragili,
- sostenendoli nei momenti difficili e permettendo loro di sentirsi più sereni nel loro ruolo;
- creando un contesto di fiducia e non giudizio per il racconto dei disagi e delle fatiche dell’essere genitori;
- favorendo l’ascolto empatico dell’altro attraverso la legittimazione degli stati d’animo e la possibilità di non sentirsi soli;
- individuando le ferite che ci portiamo dentro come figli e quindi il nostro bambino arrabbiato o ferito per una progressiva e sana integrazione che permette una relazione più sana con il “figlio reale”;
- alimentando atteggiamenti sani di cura di sé, ristrutturando il proprio tempo, identificando i propri pensieri e credenze, imparando anche a chiedendo aiuto e sostegno;
- utilizzando il gruppo come risorsa e nutrimento.
Verrà proposto un paniere di argomenti da cui delineare insieme il percorso:
- Il bambino che ci portiamo dentro;
- maternita e paternità: cosa succede?
- dipendenze affettive e possibili conseguenze;
- legami di attaccamento;
- i comportamenti provocatori;
- i danni di un’educazione violenta e la memoria del corpo;
- il comportamento oblativo: il bambino che dice sempre di sì;
- l’importanza delle regole;
- adolescenza?
- “Il ritiro sociale negli adolescenti”.
Letture tratte dal libro di Daniel J. SIegel, Mary Hartzell, Tina Payne Bryson, Asha Phillips, Alba Marcoli, Alice Miller.
Strumenti e Metodologie
Lettura di alcune delle fiabe di Alba Marcoli, Psicologa clinica di formazione analitica Jungiana, con una lunga esperienza sia nel campo dell’insegnamento sia della psicoterapia, autrice di numerosi libri che hanno aperto uno spiraglio nuovo nell’affrontare il disagio infantile. Alba Marcoli utilizzava la fiaba come mezzo terapeutico.
Lettura di teorie psicologiche come: teorie dell’attaccamento di Bowlby, Winnicott, Melanie Klein e le più recenti di Sue Gerhardt. Fino ad arrivare ai lavori di Alice Miller e Daniel J.Siegel.
Utilizzeremo il disegno, il dialogo, il role playing, la creazione di favole, il diario come strumenti conoscitivi e di lavoro di crescita personale.
Date: dieci giovedì dalle 18:30 alle 20:00 (dal 18 gennaio al 21 marzo 2024)
Costi: dieci incontri da 45,00 Euro ciascuno fatturati e detraibili
Partecipanti: massimo 8 partecipanti
Iscrizioni: entro e non oltre il 10/01/2024