In Avatar 2 – La via dell’acqua, Kiri è una giovane Na’vi figlia biologica della dottoressa Grace Augustine (Sigourney Weaver).
Kiri nasce misteriosamente dal corpo avatar di Grace il quale, dopo la morte dell’umana, finisce in una sorta di limbo.
Il concepimento di Kiri è avvolto dal mistero, così come lo è l’identità del padre. Kiri è profondamente connessa con Pandora in particolare alla divinità di Eiwa, caratteristiche che rendono la sua figura molto simile a quella di una Na’Vi-Gesù.
La giovane ha la capacità di connettersi con il cuore battente di Eiwa (“lo so che mi credi pazza, ma io La sento”), fino a entrare con lei in stati di profonda connessione, che Stanislav Grof, padre della psicologia transpersonale, definirebbe “stati olotropici di coscienza” e Roberto Assagioli, fondatore della psicosintesi, identificherebbe come uno degli stadi del “Risveglio Spirituale”.
Olotropico significa letteralmente “orientato verso la totalità” o “in movimento verso la completezza” (dal greco holos, “intero” e trepo/terpein, “movimento verso”), “movimento verso il Tutto”, da distinguere dagli “stati alterati di coscienza”.
“Nelle emergenze spirituali, scrive Grof in La Nuova Psicologia – ed. Spazio Interiore, gli stati olotropici si verificano spontaneamente, nel bel mezzo della vita di tutti i giorni; se correttamente compresi e supportati, questi episodi hanno uno straordinario potenziale di guarigione, trasformativo e persino evolutivo. Questi sono gli stati che gli sciamani novizi sperimentano durante le loro crisi iniziatiche”.
Grof stila una mappa di ciò che possono comprendere le esperienze transpersonali: “visioni di luce divina e di epifanie, incontri con varie figure archetipiche beate e irate (come ad esempio La Grande Madre, la Vergine Maria, Iside…), comunicazione con spiriti guida ed entità sovrumane, il contatto con animali dotati di potere sciamanico, l’apprendimento diretto di simboli universali ed episodi di ispirazione religiosa e creativa”.
A seguito di questi stati, che inizialmente sembrano avere la forma di veri e propri attacchi epilettici, Kiri perde coscienza proprio a causa della loro intensità e per la probabile potenza dell’attivazione della corteccia prefrontale o della produzione da parta della ghiandola pineale di triptamine, alcaloide naturale presente anche in alcuni funghi allucinogeni o della dilmetil-triptamania, un componente dei decotti di Ayahuasca che favoriscono questi stati di connessione con il Tutto.
“Negli stati olotropici, prosegue Grof, la psiche e il corpo manifestano la propria capacità di funzionare insieme come un sistema integrale di auto-guarigione e di auto-orgnaizzazione”
Accostandomi alla speranza di Grof che gli stati olotropici di coscienza vengono conosciuti, studiati, approfonditi e inseriti sempre più in diagnosi psicologiche differenziali, attendiamo il 2024 per il prosieguo di questo film ispirato e portatore di messaggi per la nostra Nuova Era.
Veronica L.